Il valore intrinseco di una infrastruttura ferroviaria deriva non solo dalla qualità di territorio attraversato e quindi di cittadinanza effettivamente servita, ma spesso, e a volte forse soprattutto, dalla “quantità” e dal valore economico di merci trasportate. La riproduzione grafica di una rete ferroviaria assumerebbe forme in assoluto diverse se fosse a volte rappresentata interamente, munita di ogni quel piccolo e grande affluente tecnologico che era il binario di raccordo tra le industrie del territorio e le linee principali.
La storia di una area geografica coincide con la storia delle sue industrie, e ogni industria al tempo del vapore, aveva la necessità di correre incontro al proprio mercato. Questa corsa, iniziava o finiva in un solo unico modo: in una linea ferroviaria, sulla quale sono viaggiate oltre che merci, innumerevoli storie di vita.
La linea qui rappresentata in realtà era sotto il profilo dell’esercizio ferroviario addirittura una ferrovia autonoma, aspetto regolamentare che non scalfisce, anzi ne arricchisce il valore, del significato complessivo di quello che rappresenta in sé questo binario, al servizio di quella che forse è stata la più conosciuta a livello mondiale delle imprese raccordate: l’Alfa Romeo di Arese.