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Museo virtuale

Cabina Scambi e Parco Cadorna

“… manovrava gli scambi mediante enormi e pesanti leve del sistema di apparati centrali Max Judell ancora in vita dal 1895 e “apriva” e “chiudeva” segnali. La manovra era ed è tuttora assai gravosa perché la trasmissione avviene tramite aste rigide e complessi rinvii…
Ogni leva a ciascuno movimento entrava in posizione con un tonfo metallico che ancora sembra risuonare nelle orecchie dopo tanti anni.
Nessun automatismo... pochi mezzi di controllo... finestre aperte anche in pieno inverno per la necessità dell’osservazione diretta di quanto avveniva di fuori.. una stufetta in ghisa al centro del locale dove quegli uomini si riscaldavano con le mani nei rari brevi ma essenziali intervalli del loro pesante lavoro.
E il carbone non serviva ad alimentare la stufetta... era indispensabile in tempo di nebbia e di scarsa visibilità.. Dieci pezzi di media grandezza erano in terra in altrettante caselle tracciate sul pavimento con il gesso con riferimento a ciascuno dei dieci binari di stazione.
Un ben assestato colpo di piede faceva entrare il pezzo di carbone nella casella o lo faceva uscire a seconda che il binario venisse occupato da un treno in arrivo o da una colonna in manovra oppure che fosse liberato da un treno in partenza o da una colonna in retrocessione al parco “Manovra” 

Niente come la descrizione delle attività del “Pricca”, un manovratore, tratta dal libro dedicato ai suoi 100 anni, potrebbe descrivere meglio l’importanza di questo impianto oramai legato solo alla memoria degli amanti più anziani del mondo della Ferrovia.
 

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