Telegrafo Morse con Tastiera
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Appartenenza oggetto - Proprio
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Categoria - Collezione FNM
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Inventario - 0207
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Autore - E. Longhi
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Dimensioni - 36x28x14cm
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Datazione - 1900-1910
Scatola a forma di parallelepipedo in ottone fissata su basamento in legno. Sulla superficie superiore sporge un asta che sorregge una bobina in ottone su cui è avvolto un rotolo di carta la cui estremità è inserita tra una serie di coppie di rullini che la trascinano guidandola. All'esterno, sulla faccia frontale, un'astina girevole con impugnatura ed altri meccanismi ad ingranaggi. Nella parte interna sono alloggiati i meccanismi di carica che si effettua con l'astina girevole esterna. Parte integrante è il tasto costituito da una basetta in legno su cui è montata una barretta in ottone incernierata a 3/4 della lunghezza su un supporto ed avente all'estremità del lato lungo un tasto o pulsante manipolatore e all'altra estremità una punta rivolta verso il basso che tocca una punta sottostante fissata alla basetta in legno.Da quest'ultima spuntano i morsetti in ottone per il collegamento elettrico con il circuito del telegrafo.
Ha la funzione di trasmettere una comunicazione a distanza utilizzando l'alfabeto convenzionale Morse a codice binario linea-punto. Era utilizzato nelle stazioni ferroviare per trasmettere messaggi inerenti la circolazione treni. Un tempo,in partenza da stazioni abilitate, serviva per la trasmissione di telegrammi con la rete nazionale delle Poste. Questo telegrafo è stato utilizzato dai primi del '900 agli anni '60.
Il tasto manipolatore premuto o rilasciato invia degli impulsi con cui si apre o chiude un circuito alimentato in corrente continua collegato ad una ricevente che per mezzo di una elettrocalamita aziona una leva con punta scrivente. Questa lascia una traccia di punto o linea su un rotolo di carta che si muove per l'azionamento di una molla caricata manualmente. La combinazione di punti e linee compongono il messaggio che si vuole comunicare, scritto secondo l'alfabeto Morse.
Negli anni quaranta del 1800 il successo arriva finalmente per Samuel Morse, che inventa un sistema telegrafico elettrico impiegante un unico filo, ed inventa uno speciale codice, il Codice Morse, che permette di codificare le lettere alfabetiche in sequenze di impulsi di diversa durata (punti e linee).
Egli riesce a brevettare la sua invenzione negli Stati Uniti ed ottenere il supporto del governo e il 24 maggio 1844 si ha la prima trasmissione ufficiale tra le città di Washington e Baltimora.
In breve tempo il sistema comincia a diffondersi in ogni continente formando una fitta rete, grazie anche a ulteriori perfezionamenti quali l'introduzione degli isolatori in vetro o ceramica, il filo di rame al posto del ferro ed il sistema duplex, che consentirono di aumentare la lunghezza delle tratte ed aumentarne l'efficienza. Si forma anche una classe di operatori specializzati, alcuni dei quali arrivavano a digitare il codice Morse ad una velocità di 80-100 caratteri al minuto.
I nodi della rete, gli uffici telegrafici intermedi (Relè), provvedevano ad instradare i messaggi sulle giuste tratte fino a destinazione. Da notare che il lavoro veniva svolto a mano: i messaggi ricevuti erano letti e, in base alla destinazione, consegnati all'impiegato che li ritrasmetteva sul tratto successivo. Il sistema venne parzialmente automatizzato con l'introduzione del nastro perforato e dei trasmettitori automatici.
Oltre ai messaggi privati, sulla rete telegrafica viaggiavano le notizie dei corrispondenti ai giornali: è l'epoca in cui nascono le agenzie di stampa, prime fra tutte la Reuters.
In Italia l'introduzione del sistema telegrafico avviene nel 1852, nel Regno delle Due Sicilie.