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Museo virtuale

Bovisa

“Lassa pur ch’el mond el diga…” ... Il titolo di una famosa canzone degli anni Trenta del secolo scorso, che seppur per dovere di rima, pone l’accento su questo quartiere e lo eleva definitivamente a vivo simbolo di una Milano ancora in espansione e che dal punto di vista della storia ferroviaria proprio in quegli anni pigiava sull’accelleratore della trazione elettrica e dei cambiamenti ad esso conseguenti.
Nel bene e nel male, la Bovisa resta uno degli impianti “manifesto” delle Ferrovie Nord Milano, sia perché inconfondibile immagine di quartiere operaio e frequentato da operari che arrivavano lì ogni benedetta mattina da ogni parte del nord ovest lombardo a guadagnarsi il pane nelle innumerevoli fabbriche circostanti, sia perché snodo importante della infrastruttura ancora oggi, in cui la sede del Politecnico, svolge il ruolo di apripista nei progetti di riqualificazione che le daranno definitivamente una nuova vita e una più significativa collocazione nel contesto urbano.

Piazzale della stazione di Bovisa, lato Seveso e Saronno, visto dalla cabina scambi; a destra si nota il terzo binario che passava alle spalle della stazione e serviva numerosi raccordi industriali. Anni Sessanta