La linea che da Brescia conduce a Iseo fu inaugurata nel giugno 1885, anche se la prima proposta di una strada ferrata risale al 1859. Le condizioni in cui versava l’economia provinciale, al di là delle considerazioni intorno all’opportunità tecnica dell’opera, certamente scoraggiavano imprese di tal fatta. La necessità di fruire di trasporti più moderni, tuttavia, era avvertita tra le comunità lacustri. Si comprendeva che la ferrovia era essenziale, per non accumulare ulteriori ritardi rispetto ad altre zone della provincia beneficiate dalla “meccanica viabilità”. Peraltro il frangente storico in cui si realizzò la Brescia-Iseo presentava taluni aspetti critici anche sulla riviera Sebina. Gli anni Cinquanta dell’Ottocento furono, per dirla con il giovane Giuseppe Zanardelli, «un’epoca, nella quale questa misera provincia versa[va] in una distretta finanziaria senza riscontro, e nelle più tristi ed estreme condizioni economiche».
La costruzione e l’esercizio della ferrovia non furono agevoli e richiesero un notevole sforzo da parte della politica tutta, che tuttavia ebbe il merito di sfruttare il particolare momento storico nel quale l’industria ferroviaria era sicuramente al centro degli interessi della politica nazionale del neonato Regno d’Italia e nella fattispecie, di intercettare un progetto molto più ampio di quello oggi immaginabile, poiché le carte restituiscono il presente tracciato non solo come il prolungamento della Parma Brescia, bensì segmento irrinunciabile di una linea ferroviaria che dalla Spezia, attraverso Parma e Brescia appunto, concludesse il suo percorso nell’entroterra europeo, intravedendo già allora il prolungamento fino a Edolo e quindi verso la Valtellina.