La ferrovia in generale nasce con lo scopo di trasportare materiali e minerali in modo più sicuro e meno faticoso. Agli inizi del 1800 i primi treni oltre ai viaggiatori svolgevano prevalentemente servizio merci.
Anche per le Ferrovie Nord del 1879 era quindi strategico coprire questo settore. Non va trascurato che il trasporto delle merci, con i suoi introiti, ha costituito fino all’avvento del trasporto su gomma la principale fonte di guadagni per le imprese ferroviarie.
Nella prima commessa di materiale rotabile fornito dalla SIG di Neuhausen si vedono elencati diversi rotabili per servizio merci e speciali. Difficile individuare la tipologia di questi mezzi anche se esistono disegni e qualche fotografia soprattutto di carri chiusi con garetta del frenatore e anche di un carro spartineve.
In ogni caso si trattava di veicoli di piccole dimensioni, con ruote a razze, telaio in metallo chiodato, cassa, pianale, sponde e portelli in tavole di legno. Imperiale in legno rivestito di tela catramata. Erano ideali per il trasporto su brevi tratte di materiale vario, casse, sacchi, derrate e probabilmente anche bestiame data la presenza di sportelli apribili per l’aerazione. L’area nord Milano era del resto ancora molto agricola.
Tra i veicoli speciali, oltre al citato spartineve, esistono tutt’oggi 3 carri gru presso il museo di Saronno e il museo Volandia risalenti alla fine dell’800. Questi mezzi erano necessari per caricare e scaricare carichi pesanti in quanto solo in poche stazioni vi erano gru fisse. Sempre tra i veicoli speciali vanno ricordate le cisterne per rifornire di acqua potabile i caselli lungo le linee.
A partire dai primi anni del ‘900, tanto le FNM che le altre ferrovie in concessione, si attivarono per potenziare la flotta dei vagoni merci. Tra fine ‘800 ed inizio ‘900 infatti le FNM incrementarono il parco rotabili con decine di carri pianali a sponde basse ed a sponde alte di costruzione italiana ma soprattutto con carri chiusi prevalentemente di costruzione belga. I vagoni erano sempre a telaio metallico e cassa in legno e di modeste dimensioni ma sensibilmente più capienti e pesanti di quelli di origine.
Erano tutti sprovvisti di condotta dei freni ad aria e la gran parte era munita di freno a mano. Questo aspetto rendeva necessario l’impiego di numerosi frenatori su ogni treno merci. Questi erano agenti addetti alla apertura e chiusura manuale dei ceppi dei freni, in base ai segnali dati dal macchinista col fischio; prendevano posto in apposite garette o anche su delle semplici panche di legno poste ad una estremità del vagone. Il freno a mano veniva azionato tramite un manubrio girevole con una vite senza fine alla base.
Dopo la prima guerra mondiale il parco dei carri merci si arricchì con l’arrivo di vagoni assai simili a quelli già in circolazione, di costruzione austroungarica, ottenuti in conto riparazione per i danni di guerra subiti dall'Italia.
Il parco rotabili sociale delle FNM raggiunse nei primi anni ‘30 una consistenza di più di 900 veicoli anche se è possibile che non tutti fossero circolanti. Ma molto traffico merci era svolto anche con vagoni delle FS e di altre amministrazioni che entravano sulla rete dai numerosi binari di raccordo con la rete statale.
Negli anni ‘50 e ‘60 tale flotta, nel frattempo deteriorata e superata, subì una drastica riduzione a causa dell’imporsi, a condizioni molto più vantaggiose, del trasporto su strada. Gli scali merci si riempirono di lunghe colonne di carri accantonati che un po’ per volta venivano demoliti. Alcuni di essi sono sopravvissuti fino agli anni ‘80 utilizzati come carri di servizio o fermi in depositi e stazioni come magazzini per materiali.
Negli anni ‘70 vennero acquistati 20 vagoni nuovi di tipo chiuso a cassa metallica per garantire una piccola flotta in caso di necessità. Alcuni furono usati come carri di sussidio per le apparecchiature di alimentazione delle nuove vetture a due piani. E ancora come magazzini o per il trasporto biciclette al seguito delle manifestazioni “Bicintreno”. Altri vagoni tutti in metallo, pianali e a tramoggia, furono acquistati usati e ristrutturati per lo svolgimento dei lavori di ammodernamento dell’armamento.
Nonostante l’importanza dell’argomento, purtroppo, della imponente flotta di vagoni, oltre al carro del treno d’epoca e alla cisterna per il rifornimento dei caselli, sopravvivono pochissimi esemplari: alcuni carri chiusi, di diverse epoche, e alcuni carri pianali e i citati carri gru che saranno descritti in questa sezione.