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Museo virtuale

Merone

La stazione di Merone in una foto d'archivio del 1973: si noti la scritta Merone, sotto cui sono ancora evidenti le tracce della precedente denominazione "Merone Ponte Nuovo" e l'espansione del primo piano da entrambi i lati del nucleo centrale dell'edificio
La stazione, lato esterno, come si presenta oggi

Fino alla fine dell'Ottocento il territorio fu contraddistinto da una spiccata vocazione agricola, in particolare grazie alle coltivazioni di vite e gelso che diedero il nome rispettivamente alle località “la vigna” di Merone e "la muranéra” di Moiana. Nella seconda metà dello stesso secolo, si assistette a un'intesificazione dello sfruttamento delle acque del Lambro, mediante la costruzione di numerosi mulini utilizzati per movimentare magli e torchi, oltre a macchinari legati a industre tessili come la filanda Isacco, la prima di questo tipo realizzata sul territorio meronese. Nello stesso periodo avvennero l'allacciamento alla linea ferroviaria Milano-Incino e la sostituzione dei vecchi ponti sul fiume Lambro in strutture più robuste. In questo contesto, nei primi del Novecento Merone fu dotata del suo primo ponte in muratura.

La prima stazione di Merone fu aperta nel 1879 con l'inaugurazione della ferrovia Milano-Erba. Poiché il progetto della ferrovia Como-Lecco prevedeva il passaggio nei pressi dell'abitato di Merone, la società costruttrice della linea, la Società Italiana per le strade ferrate meridionali, chiese ed ottenne la possibilità di incrociarla con la linea delle Ferrovie Nord Milano. Le due società ferroviarie cooperarono per la costruzione di un nuovo impianto nei pressi della località di Ponte Nuovo, da cui il nome alternativo di Merone-Ponte Nuovo, il quale fu aperto all'esercizio il 27 settembre 1888, pochi giorni prima dell'apertura della Como-Lecco.

Nel 1928 avvenne l’entrata in funzione della “Società-Fabbrica di Cemento Portland Montandon & C.”, dal 1941 conosciuta ufficialmente in tutta la zona come “Cementeria di Merone”, attiva nell'attività estrattiva di marna e di calcare. La costruzione della cementeria comportò la realizzazione di una teleferica che metteva in collegamento l'impianto con una cava localizzata a Pusiano. Il percorso della teleferica, lungo 6 km, fu abbattuto nel 2018.